“Prime notizie sul ballo a Genova nel secondo Settecento” con Armando Fabio Ivaldi
Venerdì 19 maggio, ore 16.30
“e sappi che al S. Agostino vi sarà il famoso ballerino Giovanni Favier di Vienna”
Prime notizie sul ballo a Genova nel secondo Settecento.
con
Armando Fabio Ivaldi
I non pochi anni che l’autore ha dedicato allo studio e allo sviluppo del ballo a Genova dopo il 1750, soprattutto nei suoi percorsi europei e, in particolare, nei complessi intrecci con il coevo balletto francese, ha dato tuttavia risultati sorprendenti, trattandosi di un territorio di ricerca ancora inesplorato.
Dopo il 1770 circa, l’arrivo di nuovi impresari attivi a Milano, per dirigere le sale genovesi del tempo, così come la comparsa di scenografi emergenti sempre di formazione scaligera, contribuì non poco allo svecchiamento del ballo nel capoluogo ligure, soprattutto individuandone, non senza difficoltà, circuiti altrettanto importanti oltre a quelli prestigiosi e molto remunerativi delle corti tedesche, di Vienna, di Lisbona e più tardi anche di S. Pietroburgo e Mosca con la nascita del ben noto Teatro Bolshoi.
A Genova furono ingaggiati, anche come impresari, importanti ballerini-coreografi sia francesi sia italiani, ma le notizie inedite più rimarchevoli sono quelle riguardanti la presenza nel capoluogo ligure (ma «girovaganti» più meno in tutta Europa) di famiglie d’arte come i Bedotti, di cui ancora poco sappiamo, e in particolare di un certo «Flambò» su cui ci soffermeremo di più. Si trattava in realtà di Gio. Battista Marigliano o Maragliano che come tanti aveva un soprannome francesizzante per un fatto di moda. Tanto importante che, nel corso delle ricerche, si fa fatica a risalire alla vera identità degli artisti proprio per i loro epiteti («Gambadiferro», «Schizza», «Bocchino», «Spezieria», «Chiacchierino»).
La carriera di «Flambò» si svolse soprattutto a Lisbona, dove sposò Rosa (Rosina, Maria Rosa), una ballerina di Nizza suddita del re di Sardegna, che fu la sua compagna di danza fin quasi alla fine della carriera. L’abbandono dell’Italia e di Genova per cercare ingaggi proficui (1769), portò «Flambò» a danzare con il coreografo francese François Sauveterre, almeno fino al 1775. Tuttavia «Flambò», malgré lui, fu coinvolto in una congiura contro il potentissimo marchese di Pombal, allora primo ministro del regno portoghese, per colpa di uno scapestrato giovane di Alassio che aveva intanto abbandonato la famiglia. La carriera artistica di «Flambò» e le sue involontarie disavventure politiche saranno oggetto più approfondito di questa relazione.
Armando Fabio Ivaldi:
Ha compiuto gli studi formativi tra Genova, Firenze, Bologna e Parigi, laureandosi in Storia del Teatro e dello Spettacolo e in Storia dell’Arte.
È tra gli iniziatori della riscoperta della scenografia e della scenotecnica (secoli XVI-XIX) e degli apparati effimeri barocchi, specie genovesi. Alcuni suoi lavori sono tuttora fondamentali: per gli scenografi Giovanni Battista Aleotti (secoli XVI-XVII); Giovanni Battista Olivieri (secolo XVIII); Michele Canzio e i rapporti tra le sue scene con il parco Durazzo-Pallavicini di Genova-Pegli (secolo XIX) e Agostino Lessi (secolo XIX); per la biografia del compositore Alessandro Stradella a Genova; per l’opera Montezuma (1755) di Carl Heinrich Graun-Federico II di Prussia; per la l’attività teatrale di Giacomo Durazzo, Generalspektakeldirektor a Vienna (1754-1764), e la biografia della moglie Ernestine Aloysia contessa Weissenwolff; nonché riguardo allo sviluppo del ballo a Genova fra Sette e Ottocento.
Nel 2016 è uscito un suo e-Book: «Avrò tregua a dì sì gravi?». Opera e ballo a Genova durante la Restaurazione (1816-1848), con la prima ricostruzione della censura sabauda sui teatri genovesi e le parodie di Metastasio anche in genovese, oltre che in napoletano e in romanesco. Nel 2018 è stato invece pubblicato, sempre in eBook, un romanzo giovanile concepito in forma di sceneggiatura, dove i brani di musica classica, che punteggiano l’inizio dei capitoli, stimolano la suggestione del lettore quasi come in un film. Dal 2015 si è legato, in particolare, al CEMPS di Lisbona, centro di studi internazionale su musica e spettacolo collegato con l’intera Europa, i cui atti congressuali sono pubblicati dall’editore Hollitzer di Vienna. Da questi volumi sono nati importanti lavori sull’attività teatrale de conte genovese Giacomo Durazzo a Vienna (1753-1764), sul grande spettacolo pirotecnico di Londra del 1749 con musica di Händel, sugli scenografi francesi a Vienna nel 1760 e le prime ricerche sul ballo a Genova nel secondo Settecento. Molti altri studi di vario argomento sono ancora in corso di stampa tra Lisbona, Parigi e Vienna.
Attualmente, dopo essere stato libero ricercatore internazionale per oltre dieci anni, presso l’Università di Firenze e poi presso l’Università di Vigo in Spagna, occupandosi di arti visive e della messinscena, fa parte della Organisation Internationale des Experts di Ginevra (membro del consiglio).
I suoi lavori sono documentati dal sito http://academia.edu, dove si possono scaricare i pdf dei suoi vari saggi e recensioni.
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Ingresso libero fino ad esaurimento posti. La capienza massima della sala è di 45 persone